Incontri sciamanici - la formula
Ecco, in modo semiserio, un altro articolo relativo alla partecipazione ad incontri sciamanici.
Partecipare ad un incontro sciamanico (PaIS), che sia questo un Cerchio, un seminario oppure un trattamento individuale o collettivo, comporta un atto di fiducia (AdF) e richiede un po’ di coraggio (PdC).
Il coraggio relativo al desiderio di cambiare stili o modi di vita e/o di risolvere i propri problemi, e implica l’accettare di uscire dalla propria “zona di comfort”, ovvero da quell’ambito della nostra vita che ci è familiare e in cui ci sentiamo sicuri e/o a cui siamo abituati, nel bene come nel male.
Ad esempio, la nostra situazione può non piacerci o addirittura farci soffrire, ma preferiamo rimanere dove e come si è, per paura dell’incertezza e del salto nell’ignoto che dei cambiamenti potrebbero portarci.
Che si partecipi per la prima volta, o che si sia già sul cammino, la componente coraggio, nei vari gradi di presenza e di intensità che la singola occasione richiede, fa sicuramente capolino.
Inoltre, è sempre bene che ci sia un’ azione di fiducia a catalizzare l’intero processo: fiducia in se stessi e nelle proprie risorse, così come nel facilitatore dell’incontro stesso.
Questa miscela di fiducie di diversa origine e tipologia, può anch’essa variare nell’intensità e nel grado di presenza.
E’ per queste sue caratteristiche che la fiducia rientra a buon diritto tra gli elementi di questa formula.
Perché proprio questi due ingredienti principali?
Beh, seppure in termini semplificati, il ragionamento è piuttosto semplice: se non ci si fida neanche un po’, non si fa nulla; e se non ci si mette un po’ di coraggio… ancora non si fa nulla!
Quindi possiamo ben dire che:
con AdF>0 e PdC>0
ovvero che la partecipazione ad un incontro sciamanico richiede un atto di fiducia e un po’ di coraggio, e che questi due elementi debbano esserci, magari anche in quantità minima. Logico, no? 🙂
E’ chiaro che i risultati raggiungibili dipendono dal loro diverso peso nella formula.
Si ottiene ciò che si semina e si è coltivato, si potrebbe dire.
Ci sarebbero altri elementi da inserire nella formula, ma lasciamola così, in forma semplificata.
Scherzi a parte, un incontro sciamanico (e lo sciamanesimo in generale) non è riducibile a formule quantitative, perché è ogni volta un’esperienza totalizzante e al contempo particolare, e se volessimo veramente tradurre questo genere di esperienza in un’unica formula o in più formule tra loro collegate, un simile lavoro sarebbe di una complessità tale… 😮
E’ molto più facile tradurre questo genere di cose con la seguente formula linguistica più semplice e credo più immediata:
la partecipazione ad un incontro sciamanico richiede di essere presenti con cuore, mente ed anima aperti.
Questa è una formulazione molto più semplice ma anche, mi viene da dire, più produttiva.
In tali ambiti è necessario e utile, si è detto in precedenza, essere disposti a lasciare la propria zona di comfort, per potere entrare in aree in cui potere apprendere aspetti particolari di sé stessi e del mondo.
Aspetti utili ad ottenere chiavi di lettura delle manifestazioni del mondo attorno a noi e in cui viviamo, difficilmente ottenibili in altro modo.
Situazioni in cui i significati, i simboli ed i segnali di tali manifestazioni si presentano a noi in formati immaginali, sensibili ma anche polisemici, ovvero variabili a seconda dei contesti e non sempre immediatamente riconoscibili, e portatori di nuove visioni ed energie.
Visioni ed energie che possono, da uno stato potenziale, divenire trasformative ed attuabili.
Questo in modi, e Mondi, sottili ma di sostanza, di quella stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, come diceva il poeta.
Imparare a navigare e a muoversi in tale sostanza può aiutarci a far sì che i sogni si possano realizzare e, anche, impedire che diventino incubi, in cui la maestria via via acquisita possa portare frutti dolci e, spesso, inattesi, per tipo, qualità e modalità di acquisizione.
Se, mentre leggi, tutto questo ti dovesse però risultare ancora non molto chiaro, beh, ecco perché è bene partecipare, per farsene un’idea a ragion veduta! L’esperienza conta!
Se, invece, è già chiara, beh, è già appunto evidente di per sé perché è bene partecipare, proprio perché “lo si sa già” e se ne conoscono i benefici, ovvero le Positive Ripercussioni offerte da queste pratiche. 😀
Ti aspettiamo 😉
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Buon tutto!
Moritz Ferrante
Counseling Olistico, Sciamanismo,
Tecniche Energetiche e Vibrazionali